REPORT 31 gennaio 2023

Sono presenti: Ottavio, Roberto, Libera, Vittorio, Mark, Maria, Bruno, Elena, Eleonora, Oriana,Ezio, Guido, Anna

Domani primo febbraio saranno due anni da quando  Gabriella Valeraci ha lasciati; per ricordarla degnamente ogni poeta presenta legge una sua poesia tratta dalle sue opere.

Anna legge una recensione pubblicata su un blog (Odòs) del volume “Scendevamo giù dalla collina”; Bruno legge una sua poesia  scritta ai tempi dello “Zip”in cui ricorda i vari poeti incontrati e in particolare Ottavio e Gabriella.

Roberto: dopo aver visto il documentario di Polanski sui campi di sterminio, ha buttato giù una poesia: Sono il confine…sangue versato sul crinale del monte

Libera: legge la sua poesia da Sorrisi di Trieste

Elena: Incontro…pioggia che bagn le tue parole di poesia…oltre la porta continuerà a cadere la pioggia.

Vittorio: Sai le parole…si seminano si raccolgono…letali, subdole, maliziose…aspetto come un ramo in autunno che perde le sue foglie…sai le parole sono anche giorni scritti con le rose

Guido legge una poesia di un’amica: In punta di cuore…abbi il tatto di accomodarti in punta di cuore…abbi rispetto di ciò che non ti appartiene

Mark:  Io poeta raccolgo le voci che ascolto…canto che passa sopra i tetti…abbatte barriere e divisioni…calcolata follia…attraversa confini di tutti i mondi possibili

Ezio: El fil sbati con la bora…dò ioze come do lagrime…go dovù taiar…La finestra di fronte è rimasta chiusa era quella del sior Levi

Maria legge poesia di Gabriella da Lasciami danzare…tra i rami degli alberi un fiore

Bruno:Piaceri dolci e amari…strade senza cuore…oasi di conforto in una terra di sofferenza…quanto cammino tra rose e fango.

Anna legge una poesia di Bukowski: …e faremo l’amore!

Oriana: Confidenze dolorose di vita vera…tu sarai sempre principessa…ambivi al lieto fine…da parte sua un modo sbagliato di amare, non era ancora…un amore malato…del lieto fine resto in attesa

Eleonora: Regno animale: una poesia che parla di guerre tra specie animali, guerre dall’alba dei giorni…vincitori e vinti nel grande regno…indizio occulto…sopravviveranno insieme…questa è l’Umanità

Ottavio: Merletto di confetti…duri gradini della vita…prende forma tra le tue mani per accompagnarci all’altare

Anna Piccioni

 

 

Scendevamo giù per la collina – Gabriella Valera Gruber

 

17 Dicembre 2019

recensione di Anna Piccioni

 

lettura dei versi di Gabriella Valera in questa ultima pubblicazione “Scendevamo giù per la collina” mi ha fatto pensare all’insostenibile leggerezza dell’essere. Gabriella Valera, donna minuta, che se l’abbracci rischi di romperla, ha una forza d’animo inossidabile; il suo Essere è appesantito da mille sofferenze, ma con passi leggeri si libra nell’universo poetico .

Risalire il giorno / in trasparenza leggera / oltre la linea di confine / un tempo che non c’è più / e l’oscurità del non ancora / come fosse d’ombra la soglia / e senza consistenza / sempre lieve il passo / senza meta definita / senza principio / pur nella radice d’essere / trasformata in perfetta veglia.”,

lieve passo “ e in altra “passo fermo”

Con la leggerezza delle sue parole dà valore e significato ai ricordi, “Scendevamo giù per la collina”, una collina reale, paesaggio dell’ infanzia, e la natura intorno fa presagire “un futuro andare”

alle immagini,

Allora non mi ero neanche accorta / che era venuto ottobre / e gli alberi mostravano / l’ardore dell’estate…/

Un grande albero / che sovrasta il cielo / bianche nuvole / lo scorcio delle colline /…

alle persone qui e ora oppure ancora più lontane nel tempo.

Compagni della mestizia e dell’amore/ della città che mi fu cara e sconosciuta / come questo cielo / che sopra me sospeso /attende una speranza non compiuta / anni /voci di mondo nei vicoli ciechi / e nelle mura di una casa nuda, / compagni dell’avventura / che la vita colma / appena sfiorando il calice./ la mia bellezza / è tutta chiusa nei vostri cuori muti”/.

In alcune poesie le immagini esterne si aprono in un canto, e poi vengono interiorizzate, entrano nello spirito: interiorizzazione ed esteriorizzazione si alternano nei versi. La Parola è fondamentale, importante, la parola diventa poesia nel momento in cui esplode tutta la sua carica evocativa; spesso tra i versi di Gabriella ho incontrato la parola “Echi” che sta a significare percepire qualcosa di non ben definito perché viene da un mondo altro, un mondo parallelo. Ma l’eco può anche significare afferrare solo una parvenza di suono, come le briciole di un banchetto nuziale. A volte mi sembra di riscontrare un senso di esclusione. “...mi avete visto errare / in cerca di amore e pentimento / in cerca di voi / che mi avete abbandonato.”

Alcuni versi, poi, rilevano lo stupore di fronte al mondo e alla natura, ma poi la crudeltà degli uomini cancella quel stupore e tutto precipita nel buio

La solidarietà in Gabriella Valera si fa persona, atto: tutta la vita dedicata agli altri, a lenire la sofferenza “…so solo un gesto / quello che mi protende / verso la mano altrui / per dare e chiedere/ il segno / di una bontà bambina e lieta / che canta/ con il canto dell’usignolo.”

C’è un continuo proiettarsi fuori, piccola donna con grandi braccia per accogliere tutti e tutto: poesia di Amore, di sofferenza, poesia intima, contemplativa, solidale, presaga di qualcosa di male, e profetica per qualcosa di bene, poesia sognante: parole solari buie, ma la luce è là in fondo, basta volerla vedere: materialità e leggerezza.

Gabriella si fa pensiero, albero, luce, sole, luna stelle, gabbiano, grido: una metamorfosi continua, capacità dovuta al grande bisogno di entrare in empatia. Questa è l’insostenibile, ma ben sostenuta, leggerezza dell’Essere Gabriella.

 

Scendevamo giù per la collina” di Gabriella Valera Gruber ed.Battello-Stampatore

in copertina e all’interno incisioni di Ottavio Gruber