Incontro di mercoledì 11 marzo, poesie e commenti postati su face book, in risposta ad un iniziale messaggio postato da Gabriella Valera, alle 18,15, l’ora in cui ci si incontra normalmente nella sede dell’associazione, e si è andati avanti fino alle 20 quando simbolicamente, l’incontro si è chiuso.

 

Ne riportiamo qui i contenuti che ci accompagneranno, come sempre, emozionanti ed emozionati, nel nostro continuum di attività e pensieri.

 

***

Gabriella

Ciao amici di Poesia e Solidarietà, è il momento del nostro incontro del mercoledì. Siamo abituati nei nostri incontri a non leggerci le nostre “opere” migliori. Semplicemente leggiamo quel che in ogni momento ci muove, per affinare poi i nostri linguaggi e la nostra riflessione. Scrivo queste righe che non oso chiamare versi per questo giorno e questa occasione, mentre le notizie ci fanno soffrire, e credo che sia giusto per ognuno non perdersi in lamenti, ma continuare con dignità e verità, a fare ciò che normalmente fa per rendere alla vita quello che la vita gli ha dato: passione da comunicare, riflessione da approfondire, gioia da condividere, capacità per creare, lotta per vincere, futuro. La vita e la morte, “grandezze incommensurabili” fallirebbero entrambe il loro compito di svelamento del mistero se provassero a confrontarsi e a negasi reciprocamente. Vita e Morte “sono”, non hanno né storia né destino. Semplicemente sono. Dell’uomo è vivere

 

Amici miei di sempre
voglio dirvi oggi qualcosa,
non so cosa sia
se poesia o pianto.

Oggi c’era il sole.
Abbiamo vissuto
con l’umiltà di sempre.
Mortali o immortali non importa,
perché la vita e la morte
sono incommensurabili grandezze.
La vita non riceve dalla morte
né ombra né luce
la morte dalla vita né luce né dolore
Siamo soli nel grande mondo,
nello spazio senza fine
di fronte a un cielo sempre interrogante.
Siamo soli, per questo ci incontriamo
e nel silenzio amiamo la parola

Gabriella Valera

 

Fiorella Frandolin

Tempo di fragilita’
e incertezza.
Siamo fiori dal gambo sottile,
sfiorati dal coraggio
da riscoprire.
Cerchiamo le mani
che non possiamo stringere,
scriviamo l’ affetto
che non possiamo dimostrare.
Guardiamo indietro,
la nostra vita,
sorridendo leggermente
delle nostre paure, delle nostre lotte.
Tempo per capire
cosa conta,
eppure c’è chi mantiene
con ostinazione
i muri che ha alzato
come fossimo eterni
e le occasioni fossero infinite.

 

Doris Bellomusto: Siamo fiori dal gambo sottile
sfiorati dal coraggio
grazie Fiorella del delicato tocco con cui ci inviti all’azione consapevole…

 

Gabriella Valera Grazie Fiorella, mi piace molto “scriviamo l’affetto che non possiamo dire”, tu hai scritto dimostrare forse è più vicino alla contingenza del giorno ma “che non possiamo dire” forse aggiungerebbe un senso di grande intimità. E’ vero che qualche volta non possiamo dire e invece nella scrittura… ritorniamo a noi.

Fiorella Frandolic in effetti… è comunque una poesia sui fatti attuali

Gabriella Sì certo, ciò che volevo dire è che la poesia è così bella che può essere anche tolta alla contingenza.

Doris Bellomusto

Passi nascosti.
Passi falsi.
Passi sui sassi
levigati
dal chiaro di luna.
Passi lenti.
Passi oziosi.
Passi illuminati
da pensieri accesi.
Passi sicuri.
Passi scuri.
Passi duri
su sabbie mobili.
Passi puri
sul cuore di un uomo
qualunque.
Passi impuri
su un fiore
da marciapiede.
Passi pure
la furia del mio andare.
Saprò riconoscere
la meta di ogni passo,
saprò benedire
ogni sasso.
Saprò salutare
gli dei nascosti
tra un cuore e un fiore.
Saprò nascondermi
dal sole
nascente.
Saprò mostrarmi
al sole morente,
fragile e nuda
rosa d’inverno.
Saprò restare
nell’eco del tempo,
particella elementare
della mia vita irreale.

Gabriella: Restare nell’eco del tempo, particella elementare. Nella intenzione della mia poesia c’era un impegno quasi a vivere per restare perché è troppo facile perdersi e quasi giustificare la propria assenza con l’opposizione mortale immortale. La vita semplicemente è.Oggi più che mai deve esser vita, cioè coerenza col proprio impegno, col proprio essere.

Oriana

Un senso di timore
mi attanaglia i sensi,
si agita dentro
come una matassa
che aggroviglia i sentimenti.
E quell’urlo muto
che silenziosamente mi avvolge,
mi opprime mi rende impotente
quasi non respiro/
l’aria è pesante,
sento una forte pressione
tra il costato e il cuore.
Ma non è dolore,

sarà forse questa la paura,
paura di questo invertebrato
che hanno nominato…
COVID- 19.
Un nome che sembra più una sigla di supermercato o forse
di qualche anomalo vampiro,
affamato di anime innocenti.
Emerito sconosciuto,
sei uscito d’oltretomba
hai preso potere/
strisciando silenzioso subdolo…
sull’universo ignaro.
Una guerra impari da poco iniziata, non a caso ma per caso.
Nessuno può dir d’esser immune
al contagio.
Questo è un tarlo,
che scava la paura nel profondo.
Paura di un abbraccio, un bacio, quasi di un saluto.

Son rimasto proprio male,
mi dice mio nipote
al mio diniego ad un suo abbraccio.

Anch’io, tanto.
Ma l’ho fatto per lui non per me.
Fuori tutto tace,
eppur è giorno fatto.
Ci dovrebbero essere bimbi
e sane risate, invece tutto tace.
Apro la finestra la luce mi avvolge,
mi dona speranza,
forse oggi sarà un giorno migliore.

Oriana Sandrin D’Ascenzi.

Gabriella

Covid che sembra una sigla da supermercato: è come un ossimoro da commedia tragica: il massimo della s-natura e il livello minimo della natura

Gabriella

Ho ricevuto da Tibor un nostro amico ungherese (fu da noi in un grande incontro del Duino) queste parole.e le metto anche qui tra i post:
Dear Italian Friends, Poets, we feel with you in these hard times, we send our love to you. With friendship, W. S. Tibor, Szentendre, Hungary.

Anna Piccioni

Senso di vuoto
senso di disumanità
senso d’impotenza
guardare con pietà
immagini
che colpiscono
ma non fare niente
Non l’altra parte del mondo
qui vicino a noi
la disperazione
di bambini donne uomini
Noi nelle nostre comode case
commentiamo
clicchiamo
faccine piangenti o arrabbiate

Provo vergogna!

Mark Veznaver

Pregna di senso la citazione dai versi iniziali di “Se questo è un uomo”…

Mark Veznaver

Sono belle parole le nostre! Finora, mi piace molto la poesia di Doris, quest’anafora insistente dovrebbe diventare il simbolo del nostro “indomato volere…il coraggio/di non piegarsi mai in sottomissione,/di non cedere mai” (Milton) a un mostro che disgrega la società nel suo tessuto più profondo.

Poi l’immagine della particella elementare conclude a meraviglia con una sana ed elegante sintesi di poesia e fisica, originalissima!

Anna Piccioni Si sta…come d’autunno…sugli alberi…le foglie – Forse oggi cominceremo a recuperare la nostra umanità? In questa situazione precaria forse si prenderà consapevolezza che siamo tutti e tutte “particelle” molto fragili, che un colpo di vento travolge

Fiorella Frandolic

me lo auguro…mi auguro soprattutto come ho scritto che tutti ci rendiamo conto di non essere immortali…e ci comportiamo di conseguenza

Mark Veznaver

Ungaretti descrive bene la situazione. Un verso di Gabriella a cui penso sempre in simili circostanze è il suo stupendo “Fragili siamo/e immortali”…

Anna Piccioni ma anche l’immortalità bisogna conquistarla, dipende da quello che lasciamo nei cuori di chi rimane dopo di noi. Quello che si dice, quello che si scrive, quello che si insegna è una grande responsabilità; altro valore non più di moda

Gabriella
Ciao Anna, è necessario che la riflessione sulla vita e sulla morte esca dal personale tormento, perché la vita é. Questa è la responsabilità, il cammino. La vita è, questo sembra quasi essere l’assurdo quando il cielo interroga. le parole che ho scritto sono venute come reazione a dei testi in cui si faceva sfoggio di autoflagellazione (meglio di flagellazione) con la solita contrapposizione di chi scrive che tutto comprende e sarebbe al di sopra e migliore e gli altri. Credo che sia più giusto vivere umilmente a capo eretto portando a capo eretto dentro di sé il pensiero che la vita e la morte sono grandezze incommensurabili e ciò che ci impone responsabilità e bellezza è la vita. Uso bellezza e penso all’infermiera schiantata dalla stanchezza, penso a tanti altri volti che ho visto in questi giorni e non mi importa davvero non mi importa di altre quisquilie come la critica della politica o similari. Penso che ci sia molta umanità buona, penso che il bene superi il male e per questo piango i morti di questi giorni, e di tanti altri giorni e luoghi perché la vita che avevano il diritto di vivere è qualcosa di straordinariamente grande e bello oltre che misterioso. Sono tutti aoroi, i morti anzi tempo di cui parlavano gli antichi, che non possono più vedere il paradiso

Immortali come eco nel tempo

Anna Piccioni la morte è solo un altrove

Gabriella Valera La morte per me è morte, come la vita è vita e poiché la vita è anche la morte continua attraverso la vita, non attraverso l’altrove della morte. E’ compito forse, almeno io lo sento come tale, che la vita continui attraverso me E per me non è neppure il senso della memoria, che è un’altra cosa, è proprio la percezione che la vita per il solo fatto di essere stata, ancora è. In questo senso siamo fragili e immortali come dicevo nel verso citato da Mark. E in questo senso dobbiamo amore infinito a quei morti, in un certo senso portandoli dentro di noi, nel sole.

Anna sono concetti profondi. Per ora la vita è, hai ragione , l’altrove per me è

Nelida Ukmar

Buona serata a tutti e grazie:

“Sul sentiero di casa”

Di violette indisciplinate
si riempiono gl’interstizi,
tra una pietra e l’altra
del percorso di casa.

Un su e giu’ cadenzato
per cogliere ogni ciuffo
colorato di viola o giallo,
quando le primule
fischiano sull’orecchio
le note della pazienza.

Nelida Ukmar, 11-3-2020

 

Fiorella Frandolic Bellissima chiusa!

Nelida Ukmar grazie, in questi tempi penso sia indispensabile.

Mark Mi è piaciuta molto la poesia di Nelida! Mi ricorda lontanamente una poesia di Cinzia che ho tradotto per la plaquette in italiano e spagnolo. La posto per il suo augurio di rinascita

Leoni ruggenti di Cinzia Platania

Buongiorno Trieste
scia lunga di ricordi
trascolorare di immagini discordi
profumo di passato
fasti d’altri tempi
broccati tarlati
dei tempi ridenti

Nelle vie larghe ed eleganti
ancora presenti nell’alba
leoni ruggenti

Buongiorno Trieste
ampio respiro
abbraccio di culti
brezza marina
diramare di colline
lontane
vicine

Momento non è più
di ferite color sommacco
ma è tempo d’alte navi brulicanti
che aspirano all’attracco

Svegliati ed ispiraci poesia:
sugli specchi
sui velluti
sull’assenzio
sulle vele
sul mare
sul vento

Buongiorno città di confine
è ora di un nuovo inizio
di un sorriso giovane sulle rovine

Svegliati e fai festa

di Cinzia Platania

 

Doris Bellomusto: le anafore diventano canto

Mark Veznaver: Cinzia ha una musicalità incredibile, infatti tradurla è stato non solo una sfida, ma anche un enorme piacere per il cuore, la mente e (non ultimo) l’orecchio!

Gabriella: Anche io ho trovato le anafore molto interessanti dal punto di vista dell’intensificarsi del “canto” nel passaggio dalla prima alla seconda parte della poesia.

A proposito di Cinzia, ha mandato un messaggio vocale nel gruppo, lo segnalo perché possiate ascoltarlo.

Mark Veznaver: eccola traduzione in spagnolo della poesia di Cinzia

Leones rugientes

Buen dia Trieste
largo rastro de recuerdos
descolorar de imagenes discordes
perfume de pasado
glorias de antaño
brocados carcomidos
de los buenos tiempos antiguos

En las calles largas y elegantes
presentes todavia al amanecer
leones rugientes

Buen dia Trieste
amplio aliento
abrazo de cultos
brisa de mar
proceder de colinas
lejanas
cercanas

Momento ya no es
de heridas color de zumaque
sino es tiempo de altos barcos rebosantes
que anhelan al atraque

Despierta e inspiranos poesia:
de espejos
de velludos
de ajenjo
de velas
de mar
de viento

Buen dia ciudad de frontera
es la hora de un nuevo comienzo
de una sonrisa joven sobre las ruinas

Despierta y celebra

Anna Piccioni vi devo lasciare ho la cagnolina della mia vicina che mi aspetta

Gabriella: Inserisco la poesia di Elena Giraldi che me l’ha mandata in messenger:

Elena Giraldi Grazie Gabriella,
Spero piaccia, l’ho scritta di getto ascoltando musica

La vita è musica che muta,
la si sente d’improvviso
ad un incrocio di vie,
di emozioni,
riscalda col suo tepore di nido,
e lascia sempre, sempre, la libertà
di capire che la morte non esiste,
che è solo un passaggio verso
un nostro sentire diverso.
La vita è musica,
dolce, suadente, imperiosa,
complice, compagna,
lei chiede senza sosta,
il nostro riso il nostro pianto,
e ci riempie d’amore il cuore,
ce lo gonfia di sentimento,
attraverso l’eterno noi
viviamo la sua danza già da qui.
La vita trascina come la musica
in un vortice di lucida dolcezza,
ci poggia sulle più alte vette,
ognuno dalla sua personale
può volare libero con ali d’aquila

Mark Veznaver: Molto semplice e vera, la poesia di Elena…

Elena Grazie Mark, Questo incontro è proprio carino

Elena Giacomin

Girasoli al tramonto
chinano la testa
chiudono l’anima
oltraggiata e ferita
Riflettono sul loro ardire.
Oggi hanno raccolto vento,
domani forse la pioggia
pulirà i petali
per ridare loro la vita

Un caro saluto a tutti voi. Mi manca la poesia

Oriana Si manca la poesia e tutti voi

Gabriella: Ci siamo ritrovati, abbiamo raccolto tanta poesia, senza filtri estetizzanti, con diverse personalità e intenzioni, per me che cercavo di leggere tutto e di rileggere più e più volte è stato un continuo rimbalzare di idee che si facevano via via più dense e motivanti. Tra poco io mi allontano. In sede ci avrebbero mandato via perché sono le 20, qui per me è necessario interrompere per fare cena al mio sposo, che non ha molta dimestichezza con Facebook ed è rimasto lontano, io non ho fatto in tempo a postare per lui. Dopo ho lavori che mi attendono, ma chi vuole può continuare a scrivere. Io non sono sicura di avere visto tutto quello che veniva postato, spero di non essermi persa, per esempio la poesia di Oriana che aspetto. Mancano all’appello Vittorio e Oscar. Domani (non oltre) se vi fa piacere raccolgo tutto quello che c’è e lo mettiamo nel sito di poesia e solidarietà con le nostre riflessioni.

Ecco ho trovato anche la poesia di Oriana che mi era sfuggita!!!!

Cinzia Platania

Ho sognato
che l’orizzonte si allargasse
che la vetta fosse raggiunta
che il ghiaccio si sciogliesse in acqua
che il vento spazzasse via la nebbia

ho sognato
che il fuoco rapisse il freddo
che la ruvidità si cambiasse in morbidezza
che il letto del fiume tornasse pieno
che nel deserto nascesse il fiore

ho sognato
che il grigio si colorasse
che piovesse sull’aridità
che la valle si colmasse
che la curva si raddrizzasse

ho sognato
che la polvere fosse spazzata
che la luce chiarisse le tenebre
che il profumo inebriasse l’aria
che la morte se ne andasse

ho sognato
che il silenzio si condensasse in melodia
che l’inespresso cantasse
che l’incompiuto prendesse graziosa forma
che ciò che giace si librasse

ho sognato
che la pietra si tramutasse in oro
per quella misteriosa alchimia
che si compie ogni volta
che amiamo

so che i miei sogni sono arditi
ma io so volare alto
posso farlo per te
mi viene facile, guarda

so che i miei sogni sono larghi
di grande respiro
senza confini
senza forse né ma

so che mentre volo dentro il mio cielo
passando su ogni cosa la trasformo
perché ho consapevolezza
e abbastanza fede

e so anche
che vi sono altri cieli
dove volare insieme
per imparare gli uni dagli altri

ho sognato, ho sognato, ho sognato

Gabriella: E con questo sogno che allarga l’anima vi saluto ragazzi! Vi ritrovo domattina sul tardi, dopo avere fatto un po’ del mio smart working

Altolà! E’ arrivato anche Ottavio (lo sposo), che ci riporta alla tenerezza dei suoi sentimenti e a quella umiltà da cui eravamo partiti: vi scrivo la sua poesia

“Al chiaro di luna”
di Ottavio Gruber

Mia piccola
grande donna.

Oggi hai pianto
sulla mia spalla
la tua disperazione:
un camice bianco
ha sillabato
la tua condanna
e la mia.

Ora, dimentica,
suoni “Al chiaro di luna”
ed io
di tenue luce mi illumino.
(febbraio 2009)

Poiché mi conoscete, certo avete compreso a che cosa si riferisce questa poesia che non ha mancato di farmi piangere; quanto ho meditato da allora per poter dire che la vita e la morte sono grandezze incommensurabili degne di pari rispetto, che non possono incontrarsi, tropo diverse, troppo contrapposte in essenza per poter esser considerate parte di un’unica realtà umana.

Mark: Noto di nuovo la luce tenue che tuttavia è pur sempre un’illuminazione… Bellissima, bravo Ottavio!

Silvia Favaretto (Settelune)

Restare e respirare
Resistere
Abbracciarsi
Scrivere fra le trame
Del verso
Cercando la luce

Per te Gabriella

Gabriella: Ragazzi ci siamo guardati tutti negli occhi mentre scrivevamo, non importa che fossimo davanti a un computer, il nostro sentire travalica la distanza. E’ stato molto intenso questo incontro, più ancora di tanti altri da vicino, quando magari eravamo distratti da qualche “ciacola”. Ora vado veramente a cucinare al mio uomo!!! E siccome negli ultimi giorni non abbiamo fatto spesa dovrò un po’ ingegnarmi!! ( e mi sono pure dimenticata di mettere la torta cresciuta inforno!!!)

Cinzia: bella la tenue luce che illumina

Mark: Molto bella!

Grazie

Cinzia grazie amici cari

Piero Giuglielmino: Vi leggerò

Elena Giraldi: Entrambe belle, emozionanti.
Un caro saluto

Cristina Gerin

Quello che amo di te è il tuo silenzio…pieno zeppo di parole

Scriviamo della primavera
della luna
del vento
Ma il tempo
lucida le stelle
e ne consuma i sogni
Nel buio dell’oblio
rimane una carezza
l’ultima
quella solcata
da una lacrima perduta

Gabriella: Bellissima

Cristina: Mi manca la poesia e praticamente non ne scrivo più perché il tempo del lavoro ruba al tempo della poesia purtroppo. Ma in questo luogo di nessuno dove ci siamo ritrovati pure io ho trovato il tempo per raccogliere i pensieri ed offrirvi queste poche righe uscite di getto. Mi fa molto piacere risentirvi

Mark: E’ davvero bellissima, sono delle righe di rara intensità! Specialmente il passaggio centrale dove “il tempo/lucida le stelle/e ne consuma i sogni”. L’ultima carezza, e la lacrima perduta, poi… Indescrivibile, Grazie Cristina per questi versi bellissimi di straordinaria intensità! La poesia manca un po’ anche a me, e dovrei trovarle più spazio…

Cristina:Grazie Mark! Ogni tuo commento è sempre prezioso! Le poesie che preferisco sono quelle che escono da sole scritte sul PC o sul cellulare(non uso più i fogli da tanto se non per conservarne una copia) senza pensare ad altro che a lasciar fluire

***

Gabriella: Anche Maria Luisa Grandi che non poteva stare al computer mi ha mandato una poesia e la inserisco come ultimo dono di questo incontro:

Maria Luisa Grandi

Il profumo dell’anima
Il profumo dell’anima
lo avverti appena,
due parole di più
per aprirti all’abbraccio,
due di meno
per pensare se accogliere.
Inconsapevolmente
ti appoggi la mano destra
sul cuore.
Qualcuno ti sta cercando
per condividere con te
il gesto di speranza.
Ne vengono altri,
altri ancora,
tutti con la mano sul cuore,
gli occhi lucenti,
desiderosi di amare.

***

Gabriella: Vita e morte, riscatto, infine una “lacrima perduta” nella solitudine di un cielo la cui luce non ha più sogni. E tuttavia…,”la mano destra sul cuore”, abbiamo condiviso il gesto della speranza

Grazie a tutti per essere stati così intensamente vicini attraverso la parola scritta!!!